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AUTORE:
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]Werner Tscholl[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]
IMMAGINI:
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]Werner Tscholl[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]
ANNO:
[/vc_column_text][/vc_column][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]2010[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column width=”1/2″][vc_column_text]
LUOGO:
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Nella Cantina Tramin l’esoscheletro diventa protagonista del progetto. Perché questa scelta?
La Cantina Tramin ha circa duecento contadini come soci e per l’approvazione del progetto sapevamo che avevamo bisogno di un messaggio forte e chiaro in cui tutti si riconoscessero.
La cosa più importante era quella di far capire ai contadini che l’elemento fondamentale che loro utilizzano per fare il vino è la vite e l’esoscheletro che noi abbiamo costruito è la sua stilizzazione. Partendo da questo presupposto la vite diventa l’elemento costruttivo.
Durante la presentazione del progetto, già dalle prime immagini della struttura, tutti hanno riconosciuto la vite che circondava l’edificio e hanno approvato all’unanimità il progetto perché vi si riconoscevano.
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Testo tratto da intervista a Werner Tscholl da parte di The Tree Mag
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