THE TREE

MAG

Silvia Camporesi: the art of photographing one’s own art

Febbraio 2021

NOME:

Silvia Camporesi

INTERVISTA by:

Andrea Carloni e Carlotta Ferrati

LINKS:

Silvia Camporesi

Actually the interview with Silvia Camporesi was carried out a few months ago. One of the reasons we publish it today is certainly the fact that with this interview we wanted to mark the beginning of a slow mutation of The Tree Mag: from a magazine of architecture to a place where you can find a vantage point on certain aspects of contemporaneity. At the time of the interview we weren’t ready.
Returning to Silvia Camporesi, I like to recall her degree in philosophy, a subject that expresses itself through words instead of images. But as Silvia explains, philosophy can be an excellent basis for many disciplines.
Silvia’s artistic technique is quite unusual: many of her works consist of photos or videos that portray miniatures of landscapes made by the artis herself. In these cases, Silvia’s work does not begin with the camera but with the construction of the realities to be portrayed. One of the artist’s many famous work I like to mention is “the cities of thought” where the architectures painted by De Chirico become tiny three-dimensional sets to be portrayed. I have sometimes wondered what these buildings would look like if they were portrayed by others.

Currently interview available only in Italian

 

 

Tu sei laureata in Filosofia cioè una disciplina che usa il linguaggio delle parole per esprimersi. Come sei arrivata a fare la fotografa?

E’ stato un passaggio naturale, credo che la filosofia sia una radice che può alimentare qualsiasi forma di espressione. Io ho scelto la fotografia, perché l’ho sentita molto affine alle mie possibilità.

serie Almanacco sentimentale 2017

Cosa sono le conversazioni sulla fotografia?

Sono un format che ho ideato dieci anni fa: invito altri fotografi a raccontare, davanti ad un ampio pubblico (a Forlì, dove vivo), la loro carriera e i loro progetti, in un dialogo con me. Nel 2019, per il decennale del progetto, abbiamo pubblicato un libo con Contrasto che raccoglie 9 fra le conversazioni più interessanti, con autori come Guido Guidi, Nino Migliori, Mario Cresci, Olivo Barbieri.

Serie Atlas Italiae 2015

Oggi grazie al digitale ed ai social network è possibile vedere una quantità immensa di foto e di persone che si cimentano in questa disciplina. Che rapporto ha con questi strumenti?

Li uso, ma cerco di sfuggire dalla pratica compulsiva che generano nella maggioranza delle persone. Cerco di farne uno strumento di lavoro, di comunicazione, senza farmi invadere troppo dal loro “potere”.

Serie Mirabilia 2017

Hai degli autori che ritieni siano stati importanti per il suo lavoro?

Sono stata folgorata da Diane Arbus, la prima volta che vidi un suo libro, molti anni fa. Non sapevo ancora nulla di fotografia, ma decisi che avrei intrapreso quella strada. Nel mio lavoro non c’è nessuna traccia di quella folgorazione, però è stata una visione determinante. Oggi ammiro molto le opere di Jeff Wall, di James Casebere, i romanzi di Murakami Haruzki e di Javier Marias. Sono tutte fonti di ispirazione sottese.

Serie Le città del pensiero 2015

Ci sono dei soggetti che preferisci fotografare ? E’ possibile che con il tempo siano cambiati?

Ho iniziato dando molto spazio alla figura umana, poi l’ho persa completamente per strada e ora tutta la mia attenzione è dedicata al paesaggio, perlopiù italiano, reale o immaginato. Spesso ricorro all’uso di modellini, ricostruendo luoghi che poi fotografo come fossero reali, come nell’ultimo progetto “il paese sommerso”.

serie Il paese sommerso 2020

Oggi com’è il mercato nel ambito del tuo lavoro?

Il mercato va sempre tenuto vivo, con mostre, comunicazioni, partecipazioni di varia natura, ovvero con tutto che che dimostra l’attività instancabile dell’artista e ovviamente tanta parte è determinata da curatori e critici che hanno il compito di valorizzare l’operato dell’artista.

Serie Mirabilia 2017

Arrivando ai singoli progetti, mi puoi parlare del progetto Almanacco sentimentale?

Almanacco sentimentale è un lavoro di messa in scena di storie reali o finte, che mi incuriosiscono per il loro carattere di insolito. Spesso si tratta di enigmi irrisolti o di storie reali così’ assurde da sembrare finzioni. Prendo la storia e la sintetizzo in una immagine ricostruendo in studio, attraverso modellini in scala, i luoghi e gli oggetti necessari a raccontarla.

serie Almanacco sentimentale 2017

Mi puoi parlare del progetto Mirabilia?

Mirabilia è una ricognizione, iniziata nel 2017 e ancora in corso, di luoghi italiani poco conosciuti ma di grande fascio. Luoghi nascosti, misteriosi, legati ad una sensazione di felicità nel visitarli e di coseguenza nel fotografarli. Parlo delle vie Cave di Sovana, del minuscolo vulcano del Monte Busca, delle cave di marmo di Carrara e di tanti altri luoghi sparsi nelle regioni italiane.

Serie Mirabilia 2017

Cosa mi dici di “Le città del pensiero?

Le città del pensiero sono ispirate alle opere di De Chirico. Ho immaginato come sarebbero oggi, a più di cento anni di distanza, le città e le piazze dipinte da De Chirico. Così ho ricreato in studio, attraverso l’uso di modellini, edifici presi dai suoi quadri e li ho ambientati creando una città immaginaria.

Serie Le città del pensiero 2015

THE TREE MAG – The Fruits of Ideas