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Mario Trimarchi ci racconta il progetto Ossidiana realizzato per Alessi e con il quale ha vinto il Compasso d’Oro nel 2015.

Mario Trimarchi per Alessi, Caffettiera OSSIDIANA – Photo: Santi Caleca, 2014
Puoi parlarci del progetto della caffettiera Ossidiana e di come è nato?
Ossidiana è nata come una famiglia di oggetti; a me interessava applicare la prassi della scultura del marmo e della pietra al design. Quando progettiamo con l’ausilio del computer siamo abituati a giustapporre dei volumi, che costruiamo da zero a partire dallo schermo vuoto; uno scultore invece ha a disposizione un blocco pieno e prova a capire cosa c’è dentro. Seguendo questa suggestione, ho provato a togliere materiale a dei volumi compatti. Ho fatto un lavoro di studio utilizzando zucche, avocado, melanzane e altra frutta e verdura, dove toglievo delle “schegge” per vedere cosa succedeva; poi ho capito che quel tipo di operazione era la stessa con la quale l’uomo primitivo, togliendo dei pezzi ai sassi, creava degli strumenti funzionali o delle armi.

Mario Trimarchi per Alessi, OSSIDIANA SOGNA I SUOI ANTENATI – Disegno, 2014
Da questa ricerca è nata una famiglia di oggetti composta da spargisale, spargipepe, mixer; è andata avanti nello sviluppo solo la caffettiera, perché evidentemente aveva un potere simbolico molto forte. Il tema alla base del progetto era disegnare degli oggetti che si adattassero perfettamente alle dita delle nostre mani, ricercando un’ergonomia non razionalista ma molto più sensuale.
Ossidiana sembra un oggetto esistente da tanto tempo, ma appena ci si avvicina si capisce che c’è qualcosa di nuovo, come se ci invitasse a essere toccata e accarezzata, aperta e chiusa, e tutto questo per un oggetto industriale è di grande importanza, perché è come se l’oggetto ci parlasse; da lì a immaginare che un oggetto ha un’anima e dei pensieri il passo è molto breve, e in questo momento mi interessa molto.
