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Puoi parlarci della A.G House?
A.G House in pratica è un tetto che contiene tutta l’abitazione. All’interno possiamo trovare un soppalco che affaccia sulla parte vetrate e sulla cucina del piano terra. Al di sotto del soppalco è presente una parte chiusa che ospita una camera matrimoniale ed un bagno.
Nel fare questo progetto volevo rispettare il legame con il territorio, ma allo stesso tempo soddisfare le esigenze dell’abitare contemporaneo. Per mettere in pratica questo, che potrei chiamare una “trasmutazione della tradizione”, ho iniziato usando i materiali che appartengono alla tradizione, per esempio il tetto invece che in lamellare è in massello di rovere.
Adesso ci troviamo in un periodo storico un po’ “strano” perché quasi nessuno cerca utilizzare un linguaggio che abbia un seguito rispetto a quello precedente; adesso molti provano a fare cose che non hanno nessun legame con il passato. Dal mio punto di vista questo approccio presenta almeno due problemi, il primo è che la poca consapevolezza storica difficilmente coincide con un progetto ragionato. Il secondo che viviamo in territori che hanno la solita matericità delle nostre case. Non è un caso che tutte le nostre costruzioni rurali siano in sasso, queste abitazioni che da tutti vengono ancora giudicate bellissime sono perfettamente integrate nel territorio cosa che spesso non accade con l’architettura moderna.
Delle volte guardando il paesaggio mi domando come sarebbe il territorio senza le case e quasi sempre la risposta è che sarebbe migliore. Credo che questo sia vero salvo per quelle zone dove ci sono le case costruite prima degli anni 60’.
Oggi a differenza del passato non si sente più l’esigenza di avere una casa che sia frutto di un processo culturale, oggi un’abitazione viene considerata bella se costa tanto, niente di più.