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«Piante invasive» è un termine generico spesso usato per descrivere le piante esotiche che colonizzano e danneggiano la biodiversità nativa degli ecosistemi da cui sono stabilite. Sebbene sia difficile sapere quando e come sono stati introdotti in un territorio specifico, ora sono abbondanti nelle terre desolate, ai margini della città, nelle culture umane, nelle aree selvagge o nei parchi nazionali. Sono testimoni e prove della globalizzazione, impiantati accidentalmente durante le attività umane, nonché marker della trasformazione del territorio e del clima.
Nel parco nazionale della Camargue, dove si trova l’Atelier Lumais, gli IAS (specie esotiche invasive) sono oggetto di particolare attenzione, estirpazione costante e distruzione sistematica.
Lo scopo di questo progetto è, invece di distruggerli sistematicamente per la loro presunta pericolosità e natura non endemica, considerare quei pezzi come un potenziale deposito di materie prime. Un deposito casuale ma prezioso che può portare alla creazione di una nuova materia di grande valore e sostenibilità con cui lavorare nello stesso territorio in cui erano raccolti e con l’artigianato e l’industria locali per creare un’economia circolare. Le specie invasive crescono in molte aree diverse rendendo difficile la raccolta e la quantità da considerare. Utilizzando le immagini MSS e il telerilevamento, anche con un semplice drone, è possibile monitorare la crescita e la diffusione delle diverse specie in base alle loro caratteristiche spettrali e alle dinamiche stagionali. Dopo una cartografia delle piante sul territorio e gli studi su di essa, una fase di sperimentazione e ricerca ha rivelato il potenziale tecnico ed estetico di ogni specie e quindi nuovi materiali.
Lavorare sulla valorizzazione di specie esotiche invasive significa lavorare per stagione e quindi per variazioni di flussi, quantità, proprietà e colori. Una delle specie più abbondanti e interessanti è il nodo giapponese. L’erba stagionale non ha le stesse proprietà, il colore e quindi l’applicazione a seconda del periodo di raccolta. Può diventare impiallacciatura in primavera e diventare abbastanza forte durante l’inverno da diventare una struttura a nido d’ape.
L’Ailanthus e il Robinia sono 2 alberi invasivi che l’abbronzatura può essere trasformata in impiallacciatura.
Così la panca è realizzata in nido d’ape giapponese a nido d’ape con 3 strati di impiallacciatura di Robinia assemblata con lattice pre-vulcanizzato e viene creato un pannello a nido d’ape super leggero e rigido. Knotweed e Robinia crescono per lo più sullo stesso terreno, due specie invasive che convivono.